LUCA PACIOLI (1445 - 1517)
Personaggio dai molteplici talenti, Luca Pacioli, formatosi all’ aritmetica commerciale e iniziata parallelamente l’ attività mercantile, cambiò presto la priorità dei suoi interessi.
Entrato nell’ ordine dei frati francescani, si dedicò per lo più all’ insegnamento di matematica, algebra e geometria in importanti scuole.
Lavorò a stretto contatto con personalità eminenti, tra cui Piero della Francesca, Leon Battista Alberti e soprattutto Leonardo da Vinci.
Il voluminoso trattato da lui scritto, Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalità, dedicato a Guidobaldo da Montefeltro, non è originale quanto ai contenuti che vi sono solo raccolti e sistematizzati.
Si basa infatti sui manuali che Pacioli aveva scritto in precedenza per i propri allievi nelle numerose città dove si trovò a insegnare. La sua esperienza di docente di matematica e geometria gli consentì però di arricchire il trattato di nuove parti, una sulla proporzione dell’ architettura in rapporto con quelle del corpo umano e l’ altra raffigurante lettere alfabetiche disegnate con riga e compasso.
Sullo sfondo della Summa, che è divisa in Tractati (probabilmente le lezioni, nell’ ordine da lui impartite), sono riconoscibili tanti scritti antichi e medievali.
Pacioli stesso dichiara di essere debitore di Euclide (vissuto intorno al 300 a.C.), di Severino Boezio (480 ca.-526 ca.), del matematico e astronomo inglese Giovanni Sacrobosco (John of Holywood o of Halifax, fine 12° sec.-1244 o 1256) e del matematico pisano Leonardo Fibonacci (detto Leonardo Pisano, 1175 ca.-1235 ca.), che nel suo Liber abaci (1202) aveva per primo diffuso in Europa le cifre indo-arabe, rendendo più semplici le operazioni di calcolo, e aveva, inconsapevolmente, inserito nei suoi studi la successione ricorsiva (0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, …), cioè una serie in cui ogni termine è la somma dei due precedenti.
È vero che la Summa è un’ opera scarsamente originale, ma è pur sempre il primo trattato generale di aritmetica, aritmetica pratica e algebra, e riprende elementi per la costruzione di questi saperi scientifici che per secoli erano stati tralasciati, come, per es., i nuclei dell’ opera di Fibonacci. Inoltre, Pacioli vi inserì capitoli che non avevano direttamente a che fare con l’ aritmetica e la geometria ma che scivolavano verso il campo dell’ economia, e che dimostrano come l’ aritmetica e il ragionare con metodo rigoroso possano essere utilizzati proficuamente nel campo degli affari, sia che si tratti della mercatura di una modesta bottega artigiana sia che si tratti di un’impresa di dimensioni maggiori.
Pacioli fu legato da profonda amicizia con Leonardo, il quale inserì cinquantanove suoi disegni geometrici nel De divina proporzione, libro che l’ amico matematico scrisse nel 1496, quando erano ambedue a Milano alla corte di Ludovico il Moro; a quest’ ultimo, che lo ospitava, Pacioli regalò la prima delle tre versioni manoscritte dell’ opera (risalente al 1498), che, com’ era uso in quei secoli, gli dedicò nella prima pagina.
Per cinque anni Pacioli e Leonardo vissero, lavorarono e viaggiarono sempre insieme.
Tratto da www.treccani.it
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