Nepero nacque in Scozia nel 1550 ed a soli 13 anni fu iscritto alla St. Andrews University dove si appassionò alla Teologia; ma completò gli studi all' estero, forse a Parigi.
Essendo un fervente religioso, assertore della chiesa anglicana, fu coinvolto nelle dispute religiose che infuriarono nel suo tempo.
Ben
presto però abbandonò la Teologia per dedicarsi a discipline scientifiche come
la meccanica, in particolare la balistica, e l' astronomia.
La matematica per lui fu solo un hobby,
per il quale non aveva molto tempo; che sia questo il motivo per il quale si
dedicò con tanto impegno a trovare un metodo per eseguire più velocemente i
calcoli?
Già da tempo erano note formule, che oggi chiamiamo di prostaferesi, che permettono di calcolare il prodotto di funzioni goniometriche (seno e coseno) attraverso la loro somma. Nepero si chiese se fosse possibile estendere questa possibilità ad ogni tipo di moltiplicazione. Certo aveva notato che il prodotto di due potenze aventi la stessa base è uguale alla potenza con indice la somma degli indici [ab × ac = ab+c].
Ipotizzò quindi che trasformando
tutti i numeri in potenze con la stessa base si sarebbero potuti trasformare i
prodotti tra numeri in più facili somme tra gli esponenti. Aveva inventato il logaritmo, come egli stesso lo aveva
battezzato.
Pubblicò i risultati della sua ricerca nel 1614 in un famoso libro dal titolo "Mirifici logarithmorum canonis descriptio" , in cui afferma di sperare che il suo metodo possa far risparmiare tempo a coloro che eseguono calcoli liberandoli dalla possibilità di fare "viscidi errori"; nella moltiplicazione, si sa, un piccolo errore in punti strategici, ad esempio un errore di riporto sulle cifre più significative, può avere effetti catastrofici sull' esito finale del calcolo.
Fino alla recente invenzione di calcolatori e calcolatrici elettroniche l' uso dei logaritmi ha costituito un vero sollievo per chi doveva eseguire calcoli.
Un altro grande matematico, Laplace, parlando
di Nepero, affermò, con riferimento all' astronomia, che "... avendone
ridotto il lavoro, egli aveva raddoppiato la vita degli astronomi".
Il suo lavoro fu, successivamente, perfezionato con l' aiuto di Henry
Briggs.
Morì nel 1617, ed anche per lui non mancarono le solite leggende che lo
volevano in contatto col diavolo. Si diceva che fosse solito passeggiare in
camicia e berretto da notte o andare in giro con un gallo ricoperto di
fuliggine. D' altra parte non è sorprendente che un uomo di tale intelletto
apparisse strano ai suoi contemporanei e che, considerando la superstizione di
quei tempi, strane storie circolassero sul suo conto.
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